Il 17 Maggio, al centro culturale Borderline, é stata presentata la prima
campagna sarda contro l´omofobia
Rassegna stampa:
Contributi casa alle coppie di fatto (La Nuova Sardegna 18 Maggio 2008)
Manifesti nelle vie della città per combattere l’omofobia (La Nuova Sardegna 18 Maggio 2008)
Gay pride ma Sassari é intollerante La NUova Sardegna 3 Giugno 2008
Quei raid omofobici
la Nuova Sardegna — 05 giugno 2008 pagina 31 sezione: SASSARI
Giornata contro l´omofobia 2008, comunicato stampa
Foto delle affissioni a Sassari >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Le immagini della pagina si riferiscono ai primi due soggetti della campagna. Nell´ordine: Fabrizio e Gianluigi in Piazza Tola a Sassari. Massimo, Raoul e Nicoló al supermercato. Le persone ritratte nei manifesti appartengono al MOS. La campagna é stata ideata e prodotta dal MOS. Le foto sono di Rossella Fadda e la realizzazione grafica dello studio Grafica Tonika che ringraziamo. Ringraziamo inoltre le aziende che hanno contribuito economicamente alla prima affissione: Pharmavet srl, Time wine bar, Annette calzature, AD parrucchieri e i Queer Party.
Introduzione: l’Omofobia
Con il termine omofobia si indica il pregiudizio, la paura irrazionale o l'odio violento nei confronti delle persone omosessuali, o le azioni che da esso derivano o che ad esso sono riconducibili.
Per omofobia si può intendere anche la paura dell'omosessualità, ed in particolare la paura di venire considerati omosessuali, ed i conseguenti comportamenti volti ad evitare gli omosessuali e le situazioni considerate associate ad essi.
Il semplice dissenso nei confronti dello stile di vita omosessuale, quando non si manifesti in forma violenta, non costituisce in quanto tale omofobia, trattandosi di una semplice espressione di un libero pensiero; può tuttavia scadere nell'omofobia nel momento in cui giustifichi, condoni o scusi atti di discriminazione, marginalizzazione, persecuzione e violenza perpetrati in base al solo dato dell'omosessualità e in assenza di altri motivi. L'omofobo può arrivare alla violenza fisica e all'omicidio, motivati dalla pura e semplice omosessualità della vittima.
La situazione attuale
Negli ultimi tempi l’omosessualità ha acquistato una grande visibilità, sia per l’individuazione dell’omosessualità come target commerciale, sia per la forte valenza rivendicativa che le grosse concentrazioni di persone omosessuali nei grandi centri metropolitani hanno raggiunto, grazie a politiche liberali incentrate sulla creazione di comunità d’appartenenza.
Conseguenza di questa straordinaria visibilità l’accentuarsi di episodi di omofobia, anche violenta, esacerbata dalla promozione dell’odio sociale propria di alcuni gruppi politici e religiosi. È per questo che il 18 gennaio 2006 il Parlamento Europeo ha approvato la mozione contro l’omofobia: “P6_TA(2006)0018 Homophobia in Europe European Parliament Resolution”.
Tale documento punta l’indice contro i rappresentanti politici e religiosi che accentuano paure e pregiudizi, fornendo il presupposto morale e sociale all’omofobia e alla violenza contro gay, lesbiche e trans.
La stessa mozione invita i paesi membri, non solo a riconoscere i diritti di cittadinanza e la parità davanti alla legge delle persone omosessuali, non solo ad emanare leggi antidiscriminatorie che prevedano esplicitamente l’aggravante dei “crimini di odio”, come vengono definiti gli atti di omofobia, ma anche a sviluppare campagne di sensibilizzazione sull’omosessualità e sul rispetto delle diversità.
La sensibilizzazione deve essere rivolta sia alla società in generale, affrontandone paure e pregiudizi, ma anche alle stesse persone omosessuali, vittime dei sensi di colpa e di un’omofobia interiorizzata che, spesso, ne caratterizza le personalità e i percorsi di definizione della propria personalità in senso negativo.
Introduzione al progetto
Nella definizione di una campagna di sensibilizzazione abbiamo tenuto conto dei diversi fattori che causano situazioni di disagio e marginalizzazione da una parte e di discriminazione e violenza dall’altra. Il presupposto di tutte le paure è, a nostro avviso, la mancata conoscenza di un fenomeno e l’assenza di un rapporto diretto che ne determini un bagaglio esperienziale.
L’approccio quindi, fuoriesce dalla semplice rappresentazione dell’omosessualità o da generici inviti al rispetto, che non avrebbero altro risultato se non la mera testimonianza di una volontà senza alcun effetto reale, e positivo, sulla vita delle persone.
1° punto: territorialità
la logica della territorialità è quella di riportare situazioni e vissuti su un contesto facilmente riconducibile all’esperienza personale, affinché si superi il livello puramente teorico per arrivare ad una percezione di immediatezza e legame diretto con la realtà che ci circonda.
2° punto: naturalezza
la logica della naturalezza è quella di riportare l’approccio e la relazione omosessuale a situazioni facilmente ascrivibili ad un’esperienza di relazione sentimentale immediatamente comprensibile e quindi inserita in un immaginario che potremmo definire “eterosessuale”, ma che è in realtà universale. Questo significa il superamento dello stereotipo eterosessuale di un’omosessualità ostentata in forme macchiettistiche e ruolizzate.
3° punto: autoaffermazione
questa campagna intende rivoluzionare l’approccio alla discriminazione dove, al paternalismo della comunicazione eterosessuale e al vittimismo di quella omosessuale, si sostituisce una logica di autoaffermazione dove il messaggio viene veicolato dalla rappresentazione della relazione e del sentimento proposti nella naturalità del quotidiano.
4° punto: identificazione
non da ultimo il proposito di fornire a gay e lesbiche la possibilità di identificazione e quindi di proiezione di sé in una normalità di vita relazionale e sentimentale, ovvero, la creazione di un immaginario che includa prospettive di vita “normali” e facilmente applicabili alla propria quotidianità.
La campagna
Abbiamo ipotizzato una campagna multi-soggetto ridistribuita durante tutto l’arco dell’anno e svolta attraverso affissioni murarie, manifesti 6x3 e 70x100, pubblicità sugli autobus, opuscoli e happening cittadini.
Campagna multisoggetto:
la campagna multisoggetto prevede la creazione di scatti fotografici di situazioni di vita di un’immaginaria quotidianità omosessuale localizzata in luoghi facilmente riconoscibili della nostra città. La struttura del manifesto riporta una situazione di relazione gay, lesbica o trans in un contesto cittadino caratteristico riportante la scritta “Liberi di essere”. Sul lato destro uno strappo del manifesto, come a simboleggiare il fastidio provato da un qualunque cittadino con pregiudizi di fronte alla rappresentazione di una relazione omosessuale, che, passando, strappa il manifesto e, sulla parte strappata, una scritta, fatta con un semplice spray “Liberi di amare”. Tale scritta è stata pensata come provenire da una persona omosessuale che, passando per caso e notando lo strappo, reagisce a questo atto di omofobia, rispondendo con la descrizione del suo desiderio: la libertà di esprimere i propri sentimenti. (vedi bozza allegata)
Esempi di soggetto già in fase di elaborazione sono:
1) nella cornice dei lavori di ristrutturazione di Piazza Tola, un operaio gay ha un momento di pausa per l’arrivo del compagno con il quale scambia delle tenerezze. La coppia risulta sul lato sinistro della foto che riporta al centro la statua di Pasquale Tola e sullo sfondo i riconoscibili palazzi della piazza.
2) una coppia gay con bambino fa la spesa in un supermercato cittadino
3) una coppia lesbica attraversa la strada (corso Margherita di Savoia con alle spalle l’Emiciclo) al semaforo tenendosi per mano.
La scelta di situazioni in ristrutturazione (piazza Tola e Emiciclo Garibaldi) parte anche dalla logica di costruzione di un nuovo concetto di rispetto delle diversità che la campagna si propone, da qui la simbologia dei lavori in corso.
Obiettivi
La campagna si pone come obiettivo quello di affrontare la discriminazione sociale contro le persone omosessuali, l’omofobia, attraverso la proposizione di modelli di relazione e di “rappresentazione” dell’omosessualità che superino i pregiudizi culturali e l’immaginario stereotipato su gay e lesbiche che determina diffidenza, non accettazione, marginalizzazione e incapacità all’auto-accettazione ed all’affermazione di sé.
La proposizione di situazioni di “naturale quotidianità”, inserite in un contesto legato all’esperienza di chi guarda, cerca infatti di intaccare il presupposto principale che determina il pregiudizio, ovvero l’ignoranza, intesa come non conoscenza di una realtà. Il pregiudizio sociale viene infatti confermato ed amplificato dalla mancata visibilità di gay e lesbiche, fattore che determina l’impossibilità di una conoscenza diretta che possa essere inserita in quel bagaglio esperienziale che influenza la nostra percezione della realtà e dell’”altro”.
La proposizione di modelli più facilmente comprensibili e socialmente accettati di relazione, permette anche una sorta di identificazione e proiezione di sé delle persone omosessuali in un immaginario che possa influenzarne positivamente i percorsi di auto-accettazione e di liberazione, attraverso il superamento di quel sentimento di inferiorità determinato dall’oppressione sociale.
In sintesi, non un invito diretto alla non discriminazione, ma un approccio indiretto teso all’eliminazione delle cause stesse dell’omofobia: l’ignoranza sociale e i sensi di colpa propri di un vissuto omosessuale.
|